Sono belle le foto che ci riguardano, tutti abbracciati ignari di quello che lì da poco stava per accadere: vicini, assembrati o semplici scene della nostra età d'oro, della nostra giovinezza.
Non sapevamo che stavamo per fermarci con tutto il mondo, forse noi giovani un po' di più, siamo da un anno senza obiettivi, senza sport, senza assembrarci o se lo facciamo sempre con la paura: potremmo essere portatori del virus nelle nostre famiglie.
Finalmente uno spiraglio del tunnel si è visto, sono i vaccini, che così in poco tempo le case farmaceutiche sono riusciti a mettere in piedi tra esperimenti e sperimentazioni. Ma forse è un po' presto per uscire da quel tunnel.
Quindi ora i vaccini ci sono seppure con poche dosi, ma ora tocca a voi somministrarlo.
E da procedere in fretta, perché la nostra età avanza e il bello che poteva esserci nel presente svanisce.
Eppure il 2020 non è stato un anno sprecato, ci siamo abituati a vederci in videochiamata o con la distanza, ma mancano gli abbracci con gli amici e con i parenti, pranzare fuori dopo scuola, ovviamente la scuola, Radio Panetti, la movida tanto sparlata e tutto quello che ora ci è negato.
Vinciamo subito questa guerra contro un nemico che c'è ma non si vede.
«Vaccinate in fretta» non è solo un grido d'allarme ma un invito a pensarci, prima che sia troppo tardi.
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